Audi va avanti con il riciclo chimico

Insieme all'istituto tedesco KIT studier? la possibile industrializzazione del processo per un recupero in closed-loop dei componenti auto.

21 giugno 2021 08:50

Si è concluso con successo il progetto di ricerca sul riciclo chimico di componenti auto in closed-loop (“Chemical Recycling of plastics from automotive manufacturing") avviato l'anno scorso dalla casa automobilistica Audi e del Karlsruhe Institute of Technology (KIT).

Plastiche miste e fluff provenienti da autoveicoli a fine vita vengono trasformati in olio di pirolisi che può essere reimpiegato come feedstock nella produzione di nuove resine da riutilizzare in ambito automotive per componenti anche di elevata qualità estetica o prestazionale, che possono essere realizzati solo con plastica vergine, come serbatoi carburante, coperture airbag o griglie radiatore.

Dimostrata la fattibilità di questo approccio, per componenti auto non riciclabili meccanicamente, Audi e il KIT hanno deciso di passare allo studio di industrializzazione del processo, avviando un nuovo progetto di ricerca.

“Una prima valutazione indica che il riciclo chimico può essere superiore al recupero energetico sia dal punto di vista economico che ambientale - commenta Rebekka Volk dell'Istituto di ricerca tedesco, divisione Industrial Management and Industrial Production -. Confrontiamo questo processo con il recupero energetico, poiché questo è l'attuale fine vita per i rifiuti di plastica che abbiamo analizzato. Un primo confronto mostra che i costi per il riciclo chimico si equivalgono ai prezzi che devono essere pagati per il conferimento a recupero energetico". Sotto il profilo ambientale, inoltre, riutilizzando gran parte del carbonio contenuto nei componenti auto, le emissioni di anidride carbonica del riciclo chimico risultano significativamente inferiori rispetto alla termovalorizzazione.

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